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di Andrea Centini

Gabriele Grittani, ricercatore barese laureato in Fisica e con un dottorato in Scienze Nucleari, ha progettato assieme al suo team un rivoluzionario macchinario per radioterapia basato su fasci di elettroni, che possono bruciare i tumori con precisione ed efficacia in pochi secondi. Attesi i primi test clinici.

Il giovane fisico barese Gabriele Grittani ha progettato un macchinario sperimentale per irraggiare e bruciare i tumori in pochi secondi, grazie a precisi fasci di elettroni ad altissima energia. Il prototipo del rivoluzionario dispositivo medico viene attualmente sviluppato presso i laboratori della Eli-Beamlines di Dolni Brezany, un avanzato centro di ricerca nei pressi di Praga (Repubblica Ceca), dove lavora – dal 2013 – il giovane studioso italiano specializzato nella tecnologia laser-plasma.

Come funziona. La differenza fondamentale tra l’innovativo macchinario radioterapico firmato da Grittani e il suo team e quelli attualmente disponibili risiede nel fatto che esso si basa sugli elettroni e non sui protoni. Essendo gli elettroni più leggeri e veloci dei protoni, la terapia che ne deriva risulta più rapida e con un’invasività ridotta, garantendo anche benefici economici. Il dispositivo si compone di vari puntatori che convogliano i fasci laser esattamente nel punto in cui si trova la massa tumorale, per bruciarla da varie angolazioni in modo preciso e sicuro. La tecnologia laser garantisce inoltre un monitoraggio costante sulla posizione delle neoplasie, rendendo la terapia ancora più efficace. Attualmente i tumori solidi più indicati per essere trattati col dispositivo sono quelli alla prostata e ai polmoni, ma se ne aggiungeranno sicuramente anche altri qualora il dispositivo dovesse superare i vari trial clinici.


Orgoglio italiano. La tecnologia alla base del macchinario risulta così promettente che è stata già brevettata dal team di Grittani, guidato dal dottor George Korn. Naturalmente, prima di poter trovare il dispositivo medico installato nelle cliniche e negli ospedali dovrà essere concluso l’iter sperimentale e dovranno essere ottenute tutte le certificazioni necessarie, dunque potrebbero volerci ancora diversi anni, benché le premesse siano molto incoraggianti. Grittani, prima di unirsi al team di Korn, aveva ottenuto un dottorato in Scienze Nucleari presso l’Università Tecnica della Repubblica Ceca e si era laureato in Fisica presso l’autorevole Università di Pisa. I dettagli sulla tecnologia utilizzata dal macchinario sono stati pubblicati in alcuni articoli scientifici, come “HELL: High-Energy Electrons by Laser Light, a User-Oriented Experimental Platform at ELI Beamlines” su Applied Science.

Fonte: scienze.fanpage.it

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