Chi lo avrebbe mai detto che il popolo più longevo del mondo, vive e si alimenta ancora in modo così primitivo?

Noi occidentali non ci possiamo credere, dobbiamo per forza pensare che la loro sia una predisposizione genetica ereditaria, ma non possiamo accettare che una popolazione definita “incivile”, che non conosce i prodigi della medicina, della grande scienza, possa vivere quasi il doppio di noi uomini civilizzati occidentali.

Quando pensiamo a uomini non vaccinati, che si curano ancora con le erbe al posto dei medicinali, subito pensiamo; “Questi qua al primo raffreddore muoiono”.

La verità invece ci parla di un popolo completamente sano, che respira aria sana e beve acqua sana, cosa che noi “civili” ci sogniamo soltanto…

Gli Hunza non solo vivono a lungo, ma praticamente non conoscono malattie degenerative, neppure il tanto temuto cancro…

Questo popolo vive al confine con il Pakistan, all’interno di una valle sulla catena dell’Himalaya, e mentre i nostri vecchi a 80 anni sono già in casa di riposo, i loro invece a 100 anni lavorano ancora nei campi all’aria aperta e sono ancora incredibilmente attivi.

Qual’è il loro segreto?

Lunghi digiuni, alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nella loro terra. Gli Hunza vivono in prevalenza dei frutti della terra che raccolgono, poiché l’altopiano in cui vivono non permetterebbe raccolti sufficienti per i suoi 10.000 abitanti.

Questo significa che durante i mesi invernali gli Hunza mangiano pochissimo, dando così la possibilità al loro organismo di rigenerarsi al meglio.

Dalla primavera in poi, invece gli Hunza coltivano orzo, miglio, grano saraceno e ortaggi. La pratica del digiuna che spesso nei mesi invernali portano avanti anche per due settimane di fila, al contrario di quello che molti occidentali pensano, non porta a morte e debolezza, ma come nel caso degli Hunza, produce vigore, poiché il corpo non potendo consumare nessun alimento, si nutre di se stesso, in questo caso anche delle tossine accumulate nel corpo.

Vi propongo ora una piccola riflessione estratta da un articolo di Andrea Conti:

Il digiuno nel mondo animale

Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie.


Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

Acqua alcalina

L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.

Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni

Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:

“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…

“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…

“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…

“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…

“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….

Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?

Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?

E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?

E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?

Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma

Tratto da: www.ninconanco.info

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