di Claudio Messora

Si parla di un possibile Governo Padoan. Pier Carlo Padoan è membro del boad dell’ESM, e Vincenzo La Via è il direttore del Tesoro, che stando alle rivelazioni de La Stampa starebbe lavorando a una richiesta di salvataggio all’ESM prima della fine della legislatura. Se ci riescono, il Paese viene commissariato e nessun governo legittimo potrà fare più nulla, qualunque sia l’esito delle prossime elezioni.  Per sapere cosa è l’ESM, guarda questo video: “Ecco come vogliono ribaltare l’esito del referendum“. Per sapere invece chi è Pier Carlo Padoan e quale fu la sua parte nel tracollo della Grecia, insieme ai suoi compagni di strada Mario Monti e Mario Draghi, qui sotto l’articolo di Sergo Di Cori Modigliani.

di Sergio Di Cori Modigliani

eh però, i greci…..hanno truccato i bilanci per entrare nell’euro, quindi se la sono andata a cercare; perché noi dovremmo aiutarli?

Questa è l’argomentazione di base dei conservatori. I fatti oggettivi ci ricordano che dopo aver partecipato alle prime riunioni preliminari per organizzare la partecipazione delle nazioni mediterranee nell’euro, la Grecia chiarì subito la propria posizione sostenendo che non era interessata perché aveva un’economia traballante e disordinata.

Il Fondo Monetario Internazionale, allora, inviò le tre persone. Si chiamavano Mario Draghi, Mario Monti e Pier Carlo Padoan. Mario Draghi, allora, insegnava a Washington dove si era affermato presso i circoli finanziari atlantici che contano e aveva iniziato la sua consulenza con Goldman Sachs che stila la proposta che Draghi consegna di persona ai funzionari del tesoro greco insieme ai suoi due amici: 250 pagine (sono atti ufficiali che si trovano nell’archivio di documentazione storica della biblioteca europea a Strasburgo) nelle quali si spiega ai greci come “i soldi, se investiti con intelligenza e abilità, producono e generano soldi” e quindi costruiscono per loro un gigantesco castello speculativo su derivati gestito e organizzato da Goldman Sachs, J.P.Morgan e Merryl Lynch, con la copertura assicurativa della Royal Bank of Scotland.

In tre mesi, magicamente, la finanza greca aumenta il proprio volume d’affari – e di profitti – di 156 volte presentando una documentazione contabile che non aveva neppure il Giappone. Tecnicamente impeccabile e ineccepibile. L’unico problema consisteva nel fatto che era tutto costruito sul concetto di “profitto a margine”, termine finanziario che tradotto significa “profitto potenziale, possibile e probabile se si verifica a, b, c, d… Nel caso anche una delle quattro condizioni non si dovesse verificare, l’intero investimento svanisce nel nulla e si perde l’intero capitale d’investimento”. E’ basato infatti sull’applicazione di determinati e specifici algoritmi matematici che ruotano intorno al concetto della cosiddetta “informatica predittiva” (cavallo di battaglia di Yanis Varoufakis, visto che su questo ci ha scritto un libro insieme al prof. Galbraith). E così inizia l’avventura della Grecia.

Ma alla fine del 2001 sono già in bambola e nei guai fino al collo.

Parte del programma finanziario, infatti, era basato su un derivato costruito, pianificato e lanciato, dal delegato del Fondo Monetario Internazionale a Buenos Aires, con pieni poteri assoluti, al desk Argentina, un certo Pier Carlo Padoan.  Alla fine degli anni’90, Padoan lancia i “tango bonds” da Buenos Aires, sui quali viene costruito un derivato incrociato con tre leve assicurative che finisce dentro il bilancio greco. Erano tutti felici. La pacchia durò 26 mesi. Finché Padoan, grazie alle sue misure diausterity, pianificazione liberista selvaggia, totale de-industrializzazione della nazione, il 7 dicembre del 2001 vede la Repubblica Argentina andare in default. I tango bonds diventano carta straccia. I derivati contenuti in quelle clausole che formavano il pacchetto base del bilancio truccato greco evaporano nel nulla. Inizia il primo grande buco con allarme internazionale perché quei derivati erano stati dati, a loro volta, in garanzia, per avere il finanziamento internazionale dalle banche inglesi e tedesche per le olimpiadi di Atene del 2004, un colossale affare che ha reso alle imprese italiane diversi miliardi di euro di profitto.

La partita dell’Argentina viene chiusa con soddisfazione. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, forse entusiasta del lavoro svolto da Padoan lo promuove e lo passa a “responsabile della pianificazione e sostenibilità del debito pubblico greco” e lo invia il 2 Gennaio 2002 ad Atene. Il 27 Gennaio 2002, neppure un mese dopo, Mario Draghi conclude a Washington la sua carriera universitaria e firma il contratto con Goldman Sachs, diventando “managing director e direttore operativo marketing della strategia europea” del colosso finanziario. Vola ad Atene, dove, insieme al delegato del Fondo Monetario, Padoan, gestisce la baracca. Con un nuovo derivato incrociato che va ad assommarsi a quello precedente svanito, sostituendolo. Superate le olimpiadi, il debito greco complessivo è aumentato, in due anni, del 158%. Del bilancio dello Stato, il 72% delle risorse in entrata serve soltanto a pagare gli interessi accumulati a Goldman Sachs, J.P.Morgan, Merryl Lynch. E così Draghi e Padoan, amorevolmente assistiti da Monti, contribuiscono a gestire la baracca finanziaria della Grecia. In cambio, la Ue sostiene la più impresentabile classe dirigente politica del continente.

Nell’estate del 2011, quando viene ufficializzata la proposta di mettere Mario Draghi al comando della BCE, i banchieri tedeschi e francesi insorgono e rivelano al pubblico tutta l’operazione gestita da Draghi/Padoan/Monti durante il periodo 1998/2001 sui derivati appioppati alla Grecia. Draghi viene accusato di essere responsabile di quella che il 20 Luglio 2011 viene definita “la catastrofe greca che può provocare la distruzione dell’Europa”. Perdono tutti, compreso il Presidente della Repubblica Federale di Germania che di lì a breve sarà costretto alle dimissioni. Vincono Mario Draghi, Mario Monti, Pier Carlo Padoan.

Fonte: Libero-Pensiero

Tratto da: www.byoblu.com